Alf-ieri oggi Vittorio (2026)

Stagione Teatrale di Moncalvo d’Asti

Regia di Delfino Pellegrino

Sul palco Alberto Brosio, Fabrizio Carosone, Giada Dovico, Stefano Ferrero, Mario Li Santi,
Silvana Nosenzo, Rachele Riccio

Direzione Tecnica di Giancarlo Mussa, Francesco Renna, Alessandro Riggi, Simone Schellino

Scenografia di Alessandro Riggi e Francesco Renna

Alfieri possedeva un acuto senso dell’humor che, crediamo, non poté sfruttare al meglio, giacché troppo occupato a redigere le sue tragedie e a lottare per le sue confessate ambizioni e smanie di Gloria.

Uomini come l’Alfieri sono probabilmente prigionieri della propria storia per il reale dolore del vivere, la tumultuosità interiore e la caratteropatia che ne conseguì; per contro, nel testo di Agar v’è il tentativo visionario di svincolarlo dagli stereotipi. Nello spettacolo, Alfieri soggiorna a Napoli (come nella realtà storica) tra servi e amici di umili condizioni dai quali pretende la lettura della sua tragedia: Saul.

La messa in scena di qualcosa che sta per accadere (la lettura, appunto, di una sua tragedia), ma che non accadrà mai, per l’intervento imprevedibile di scampoli di evenienze e pettegolezzi, in parte veri, storici tratti anche dall’Autobiografia. Un “clima” napoletano che trasforma il conte Alfieri in un Vittorio dal volto più umano, senza maschera tragica.

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